Norvegia In Bici: 10 Giorni Di Bikepacking Indimenticabili (1/2)
Pedalare tra una natura maestosa, montagne e villaggi senza tempo: la Norvegia in bici è un sogno per ogni amante del cicloturismo. In questo articolo ti racconto il mio viaggio di 10 giorni in bici attraverso uno dei paesi più spettacolari d’Europa.
Parte 1
Prima di partire per questo viaggio, avevo alcune preoccupazioni:
- Il clima: ad agosto in Norvegia piove molto.I
- Il costo: la Norvegia é uno dei paesi piú cari d’Europa!
- Come arrivarci: dovevo prendere un volo per arrivarci, ma non amo molto volare, soprattutto per motivi ecologici.
- Il mio stato d’animo: mi trovavo in un momento un po’ difficile e non viaggiavo da sola due anni, la mia testa era piena di ansie!
Indecisa fino all’ultimo, mi sono obbligata a mettere da parte sensi di colpa e preoccupazioni e a farmi un auto-regalo, dandomi la possibilità di scoprire un luogo che unisce tutto ciò che amo di più: natura avvolgente, laghi, fiordi, montagne, paesaggi mozzafiato. Avevo bisogno di questo viaggio, e avevo bisogno di viverlo da sola per ritrovare me stessa.
La preparazione del viaggio: scelta dell’itinerario
Dopo anni di viaggi, sono ormai esperta nella preparazione della bici e nel capire cosa portare. La scelta del percorso, però, è sempre una novità. Nella selezione dell’itinerario per il mio viaggio in Norvegia, mi è stato molto utile il sito Cycle Norway, che offre una panoramica dei percorsi suddivisi per area, consigli pratici e l’accesso a un canale WhatsApp dove incontrare altri cicloturisti, chiedere suggerimenti e scambiarsi ad esempio avvisi su strade chiuse o lavori in corso.
Per ragioni di costi, tempi e logistica, ho deciso di iniziare e concludere il viaggio a Oslo. E devo dire che questa zona ha tanto da offrire, senza nulla da invidiare alla parte nordica del paese.
La bici
Sono partita con la mia gravel in titanio, equipaggiata con le classiche borse posteriori Crosso da 10L ciascuna, due borse sulla forcella di Tailfin da 5L e la mia amata tenda MSR da due posti.
Consapevole del rischio pioggia, ho portato giacca e pantaloni impermeabili, oltre a tutto il necessario per affrontare temperature montane vicine allo zero, come materassino isolante e quilt da 2 gradi di confort.
La partenza
Per trasportare la bici in aereo, ho utilizzato la classica scatola di cartone che si può trovare gratuitamente nei negozi di biciclette e di cui mi sono liberata facilmente all’arrivo.
Da Barcellona ho deciso di prendere il treno per arrivare all’aeroporto. Per farlo ho piegato la scatola in tre e poi ho smontato la bici direttamente in aeroporto.
Un consiglio importante: verificate sempre i limiti di peso della scatola con la compagnia aerea. Copm con Norwegian Airlines il limite è di 23 kg, e la mia scatola pesava di più. Ho dovuto riaprire la scatola, togliere le borse e richiuderla. Per fortuna ero arrivata in anticipo!
Finalmente in Norvegia!
Arrivo all’aeroporto di Sandefjord, a circa 100 km a sud di Oslo, e inizia finalmente il mio viaggio in Norvegia in bici.
Sono passati due anni dall’ultima volta che ho viaggiato da sola in bici, ed è la prima volta che vado cosí al nord. Non c’è l’euro e non parlo una sola parola di norvegese. Devo montare la bici, il cielo è nuvoloso e il mio cuore è ancora in frantumi dopo una recente separazione. Mi sento più sola che mai. Perchè lo sto facendo?
Monto la bici, metto le borse, ma improvvisamente si rompe il gancio che serve per fissarle al portapacchi. Cominciamo bene, penso. Gli ostacoli ci distruggono o ci fortificano? Voglio sperare che siano la seconda opzione, così sostituisco il gancio con un anello del portachiavi. Non è il massimo, ma funziona. E parto.
Norvegia in bici | Giorno 1 – Dall’aeroporto di Sandefjord a Hvarnes | 41 km – 598 m di dislivello (Komoot)
Normalmente non amo avere tappe prefissate, ma questa volta ho un obiettivo chiaro per i primi 4 giorni di viaggio: percorrere circa 320km per raggiungere Finse, sulla famosa Rallarvegen, dove un’amica ciclioviaggiatrice mi ha lasciato una prenotazione presso un rifugio.
Calcolo quindi circa 80 km al giorno, un obiettivo che mi sembra fattibile. Le giornate sono lunghe e il sole tramonta alle 22.
Per via del viaggio in aereo peró, inizio a pedalare alle 16. Vorrei percorrere almeno 60-70km e poi cercare un posto per dormire. In Norvegia si puó campeggiare liberamente ovunque, a parte in terreni privati e con un minimo di 150m dalle case. Voglio approfittare di questa possibilità per affrontare la mia paura del campeggio libero in solitaria.
Inizio a pedalare fra colline verdi, sali scendi e le tipiche case norvegesi rosse in legno. Cerco di razionalizzare per togliere spazio ai pensieri negativi che affollano la mia mente.
“Angela, sei in Norvegia in bici, sei in un posto incredibile, questo è il viaggio che sognavi da tempo!”
E’ vero, è incredibile. Sono fortunata ad essere qui. E tutto andrá bene. Ma…
Verso le 17 inizia a piovere. “Che sfortuna!” penso. Ok, mi avevano avvisato sul clima piovoso della Norvegia, ma già fradicia dal primo giorno?! Comincio a guardarmi intorno per trovare riparo. Arrivo in un piccolo paesino con una scuola e un campo sportivo. C’è una tettoia e decido di fermarmi lì. Un colpo di fortuna, visto che poco dopo inizia a piovere a dirotto. Solo che non riesco a capire se posso effettivamente montare la tenda lì. È uno spazio pubblico scolastico, vicino a delle case. Vorrei chiedere a qualcuno, ma non c’è nessuno, quindi chiedo consigli a distanza ad amici.
“Dai, sei in Norvegia, è un posto sicuro, non preoccuparti! Vedrai che andrà tutto bene.”
Monto la tenda e vado a dormire. Il primo giorno in Norvegia in bici è andato!
Norvegia in bici | Giorno 2 – Hvarnes – Numedal Kro & Camping | 117 km – 1.484 m di dislivello (Komoot)
Sembra che ad agosto questa scuola sia aperta. Già dalle 7-8 i genitori iniziano a portare i bambini. Temevo che qualcuno mi chiedesse cosa stessi facendo lì, ma invece tutti mi salutano.
È ora di mettersi in movimento: oggi devo recuperare i km che non sono riuscita a fare ieri. Sono già in ritardo sulla tabella di marcia, quindi non ho tempo da perdere.
Inizio a vedere i primi laghi e fiumi, il sole splende e dovrebbe durare fino a sera. La pioggia arriverà al mattino successivo. Non sembra lo scenario ideale per testare la mia paura del campeggio libero, ma sembra proprio che non abbia scelta: non ci sono campeggi nelle vicinanze e comincio a essere stanca.
Trovo un ristorante con uno spazio per campeggiare accanto a un fiume. Non è un luogo idilliaco, ma costa solo 3€ per i non clienti e c’è un altro camper parcheggiato, così mi sento meno sola. Monta la tenda e il cielo inizia a colorarsi di rosa. Si chiude il secondo giorno in Norvegia in bici.
Norvegia in bici | Giorno 3 – Numedal Kro & Camping – Fauskodammen | 66 km – 1.243 m di dislivello (Komoot)
Mi sveglio con il rumore della pioggia… Prima o poi doveva succedere! Anche se speravo almeno di riuscire a impacchettare tutto all’asciutto!
Scaldo l’acqua per un tè, preparo la colazione e mi vesto. Indispensabili i vestiti da pioggia, visto che questo sarà il clima che mi accompagnerà per tutta la giornata. Uno dei miei timori, come dicevo all’inizio, era viaggiare sotto la pioggia. Però, invece di innervosirmi, decido di accoglierla. Del resto, è parte dell’avventura. Sono certa che questo viaggio mi renderà più forte.
È estate, ma con questo clima in Norvegia in bici, la sensazione è quella di essere in autunno. Mi fermo in un supermercato per fare una seconda colazione e scaldarmi. E finalmente incrocio i primi cicloviaggiatori! Sono due coppie. Ci raccontiamo i nostri itinerari, ma loro hanno un progetto di viaggio ben più lungo. Chissà se ci ritroveremo nei prossimi giorni? Anche se sono contenta di aver finalmente condiviso qualche chiacchiera con qualcuno, non riesco a togliermi quel senso di solitudine che mi avvolge.
Riprendo a pedalare. Il paesaggio ha qualcosa di affascinante. I profili delle montagne e degli abeti che si sfumano fra le nuvole, mi ricordano i paesaggi che avevo iniziato a dipingere ad acquerello. E poi compaiono i primi tetti verdi!
Anche oggi devo cercare di avanzare il più possibile, ma questa ininterrotta per ore, inizia a mettermi mentalmente in difficoltá.
Secondo le previsioni dovrebbe smettere di piovere a breve, quindi inizio a capire dove posso dormire e se sia possibile fare qualche taglio al percorso. Su Komoot scopro che dopo una salita di circa una decina di km, dovrei entrare in una strada sterrata e trovare un parco naturale con un area in cui poter campeggiare. Non mi attira molto l’idea perchè ho paura che possa riprendere a piovere a dirotto e di trovarmi di nuovo in difficoltá in qualche zona isolata, in mezzo al fango, ma non ho alternative, e cerco di essere fiduciosa.
Inizio la salita, e riprende a piovere, dannazione! Trovo riparo alla fermata di un bus. Super demotivata, aspetto almeno un’ora, mentre i miei pensieri corrono a mille. Ma come dicevo, non ho alternative, e con fiducia, appena la pioggia diminuisce, ricomincio a pedalare.
Finalmente arrivo alla strada sterrata, non so esattamente cosa mi aspetterá ma… esce il sole, e dopo due giorni di nuvole e pioggia sembra di essere una specie di favola incantata!
Arrivo finalmente all’area campeggio. È bellissima, molto più bella di quanto immaginavo. C’è un piccolo torrente e dei laghetti e una tettoia sotto la quale posso montare la mia tenda. C’é un braciere per il fuoco. Mi sembra di essere in un film. Questa era la Norvegia che sognavo!
Nonostante il posto sia incantevole, da brava ansiosa, mi domando se sia sicuro trascorrere la notte li. Ogni tanto passano delle persone. Si avvicinano due donne e chiedo loro informazioni. “Sei qui da sola? Non preoccuparti, il posto è tranquillo.” Chiacchieriamo un po’. Sono curiosa: voglio sapere come si vive in questa parte d’Europa dove l’estate è un paradiso e gli inverni sono freddi e bui. “Sì, gli inverni sono duri, ma la Norvegia è così bella, come potremmo andarcene? Perché non accendi il fuoco?” Beh, non so da dove cominciare, la legna è tutta bagnata e non voglio incendiare nulla. Le due signore iniziano a cercare della legna e scopro che in una cassetta di metallo ci sono delle corteccie asciutte che posso usare per accendere il fuoco.
Sì, sto vivendo un sogno, o forse sono in un film. Voglio godermi questa serata e inizio a dipingere. Non sará il miglior disegno della mia vita, ma sicuramente, come mi disse un amico, me lo ricorderò.
Norvegia in bici | Giorno 4 – Fauskodammen – Geilo | 52 km – 960 m di dislivello + Geilo – Finse Hytta in treno (Komoot)
Stasera devo necessariamente arrivare al rifugio e devo percorrere 100km.
Mi sveglio presto, saluto questo luogo incantato e inizio a pedalare. Fa freddissimo. Entro a scaldarmi in un piccolo mini market per fare colazione e rifornimento di cibo. Qui qualsiasi supermercato ha una piccola area con tavoli e sedie e spesso un termos di caffe/acqua calda per un tè. E’ qui che di solito mi fermo a mangiare e caricare i miei dispositivi.
Il tempo non promette bene e la stanchezza inizia a farsi sentire. Ma so che finalmente questa sera avró un tetto sulla testa e una doccia calda ad aspettarmi. E una cena norvegese! Oltretutto inzieró a percorrere uno degli highlight di questo viaggio, la Rallarvegen. La Rallarvegen è considerata da alcuni la piú bella strada mai percorsa.
Il problema è che il tempo sta visibilmente peggiorando: ha ripreso a piovere e c’è un vento fortissimo. Così, arrivo a Geilo e, a malincuore, decido di prendere un treno.
Vedo scorrere dal finestrino questo angolo di paradiso: montagne, cascate, laghi, pioggia, poi sole, e poi ancora pioggia.
Arrivo al Finse Hytta ed è praticamente inverno.
Il rifugio è pieno di escursionisti, molti arrivano infreddoliti e fradici. Questo aiuta ad autoconvincermi che ho fatto bene a prendere il treno. 🙂
A cena ci sono grandi tavolate condivise. Dopo quattro giorni quasi completamente in silenzio, mi sembra strano essere in mezzo a cosí tante persone e conversare. Conosco una coppia di canadesi, vivono a Oslo e sono qui per un weekend fuori porta. Una famiglia con tre figli, anche loro qui per una vacanza attiva con le loro bici. E poi Andrea e Mihol, una coppia di cicloviaggiatori di tedeschi. Loro hanno pedalato la prima parte del percorso, è mi raccontano di come sia bellissima, ma altrettanto impegnativa per via del condizioni meteo avverse e sono indecisi se proseguire in treno il giorno dopo.
Ci accordiamo per eventualmente ripartire insieme.
Norvegia in bici | Giorno 5 – Rallarvegen (Finse Hytta – Aurlandsvanger) | 63 km – 490 m di dislivello (Komoot)
Si parte!! Il clima è davvero epico. Soffia un vento forte e gelido,e piove. Ma questa volta non sono da sola, sono con Andrea e Mihiol. Sono molti simpatici, una coppia super affiatata. Hanno circa 55 anni. Insieme da sempre fanno vacanze attive in bici e trekking, hanno due figli e quando loro erano piccoli viaggiano tutti insieme in bici. Insomma, per me, sono di grande ispirazione.
Nonostante il clima avverso, il paesaggio è incredibile. Mi sembra di nuovo di vivere in un sogno. Laghi, montagne, ghiacciai, cascate ovunque, a tratti anche neve. E’ davvero una strada spettacolare.
Il paesaggio cambia continuamente, e continuamente ci lascia a bocca aperta.
Arriviamo finalmente a Flåm, e mi ci svegliamo da questo sogno: è una specie di villaggio turistico Negozi di souvenir, persone da ogni parte del mondo, capolinea di un treno e di varie imbarcazioni turistiche. Ci fermiamo solo per far asciugare un po’ i vestiti al sole ma proseguiamo fino al paese successivo per fare la spesa e cercare un campeggio.
To be continued… 🙂