Pedraforca, montagna iconica della Catalunya
Cicloturismo,  Itinerari,  Viaggi in bici

Viaggiare in Catalunya in bici: a spasso per i Pirenei

Vivo a Barcellona da oltre un anno anche se, causa pandemia, la percezione è quella di averne vissuto solo una parte. Nei periodi consentiti però ho avuto un grande privilegio: viaggiare in Catalunya in bici esplorando le sue montagne più belle.

Dopo aver pedalato a Barcellona e dintorni, ho iniziato ad allargare i miei orizzonti e dalle esplorazioni in giornata sono passata ai weekend fuori porta, per visitare quei luoghi che altrimenti non avrei potuto raggiungere.

In questo e nei prossimi articoli vi racconterò delle mie avventure esplorative: piccoli itinerari di 2-3 giorni a poche ore di treno dalla città, alla scoperta degli angoli più o meno remoti di questa regione della Spagna; nonostante copra una superficie relativamente piccola, il suo territorio è assai variegato: si può passare dai paesaggi tipicamente mediterranei più noti come la Costa Brava, a quelli montani simili a quelli alpini.

Viaggiare in Catalunya in bici fra le sue montagne, può essere davvero sorprendente.

In questo articolo vi porterò a Nord, quasi al confine con la Francia: oltre 200 km in bici pedalando antichi borghi e le montagne più iconiche di questa regione.

Giorno 1 | Ribes de Freser – Tuixent | 125km – 2.025 m di dislivello

La sveglia è molto presto, ci aspetta un treno che in un paio d’ore ci condurrà a Ribes de Freser, la penultima fermata prima del confine con la Francia. Praticamente arriveremo ai piedi dei Pirenei.

Utilizzare il treno per viaggiare in Catalunya in bici e raggiungere le montagne (o anche la costa!) è la scelta ideale: le tariffe sono piuttosto economiche (allineate a quelle italiane) e sopratutto la bici si può trasportare gratuitamente.

Siamo io e Albiól, vicino di casa, amico, artista, ambientalista, ciclista urbano e esploratore. Il patto è che lui mi faccia una “master class” di campeggio libero (sì, perché su questo io ho ancora qualche remora), mentre io farò da “guida” scegliendo l’itinerario come piace a me: ricco di salite 🙂

Scendiamo dal treno e dopo un rapido passaggio al minimarket si parte. Sono felicissima di ritrovarmi di nuovo fra le montagne. Pirenei e Prepirenei non raggiungono certo le altitudini delle Alpi, ma riescono sempre a sorprendermi con i loro paesaggi selvaggi, lontani dal turismo di massa.

Iniziamo con il primo passo: è la Collada de Toses, circa 25km di salita lieve, ma costante su una strada abbastanza ampia che lascia intravedere all’orizzonte le cime pirenaiche. Un ottimo modo per entrare dolcemente nel mood del cicloviaggio.

Fra le montagne dell’Alt Urgel

Una lunga discesa ci conduce nel cuore di quest’angolo di Catalunya meno conosciuto; dopo quasi una cinquantina di km arriviamo a Le Seu d’Urgell, un comune di 13.000 abitanti capitale della comarca dell’Alt Urgell . Qui finalmente abbandoniamo la strada principale per una secondaria e iniziamo l’ascesa al secondo passo della giornata.

Si chiama Coll de la Trava e per me è assolutamente sconosciuto. La via si inerpica solitaria per 16 km e 810 m di dislivello con alcuni strappi al 10-11%. Il paesaggio non è sorprendente, ma finalmente, dopo diversi km percorsi su una strada nazionale, qui la natura ha ripreso il suo posto.

Abbiamo già oltre 90 km sulle gambe e la stanchezza inizia a farsi sentire: probabilmente Albíol alle mie spalle sta maledicendo le mie scelte ciclistiche e io, vedendo il sole abbassarsi, comincio a domandarmi dove pianteremo le nostre tende per la notte. Ansia, la mia migliore amica, fa capolino.

Arrivati in cima facciamo le foto di rito, ma non abbiamo molto tempo: il sole però sta calando ed è giunto il momento di guardarsi intorno alla ricerca di un luogo adatto trascorrere la notte.

La “legge” del cicloviaggiatore vuole che, mentre si pedali durante il giorno, si avvistino i migliori camp spot:

“Questo me lo segno per la prossima volta!”. E probabilmente da lì non ci si ripasserà più.

Quando invece effettivamente è ora di cercare un posto, misteriosamente ogni luogo sembra inadatto: “Vabé, andiamo avanti ancora un po’, sicuramente troveremo”. E alla fine si fa notte.

Ma allora Angelina, dove avete dormito???

Fra poco vedrai.

Dicevo.. Della discesa, più che la velocità, mi piace poter ammirare il paesaggio dell’alto – respirando – e vedere come la strada, simile a un nastro, con onde sinuose sempre più sottili si scioglie nel paesaggio.

Viaggiare in Catalunya in bici: al tramonto, scendendo dal Coll de la Trava
Viaggiare in Catalunya in bici è bellissimo.

Ad un tratto la Catalunya si mostra come non l’avevo mai vista. Compare un paese arroccato sulla cima di un colle che riporta il mio cuore ai nostri borghi italiani.

“Che bellezza, che incanto!”

Rivedrò questi sorprendenti borghi materializzarsi all’improvviso, anche più avanti e in altri itinerari.

Viaggiare in Catalunya in bici: gli splendidi borghi Catalani

Bene, bellissimo il paese arroccato, ma quindi.. dove dormiamo?!

Sfodero le mie amate app che uso spesso in viaggio (per la precisione maps.me e MapOut): sono perfette per vedere se ci sono dei sentieri che possiamo seguire e che si allontanano dalla strada principale. Più facile a dirsi che a farsi. Ne prendiamo qualcuno, ma non riusciamo proprio a trovare il posto giusto.

Dopo l’ennesimo tentativo, noto una stradina che scende al lato della strada principale, dietro alla vegetazione; l’erba è abbastanza alta, certamente non c’è un gran passaggio. Si apre una radura con un grande prato; il panorama non è quello che si aspetta nell’immaginario del camp spot ideale. Ma è quasi buio e abbiamo già percorso oltre 120km.

Di sottofondo il rumore di un ruscello e delle mucche al pascolo. Già mi immagino di svegliarmi circondata dai bovini.

Faccio fatica a prendere sonno. Il rumore del ruscello attutisce gli altri rumori. “Per fortuna” penso, così non mi lascio suggestionare. Anche se, sentire gli animali attorno alla tenda, in un certo senso ha il suo fascino. “Albiól, stai dormendo?!”. Anche il fatto di non essere sola mi tranquillizza. Che poi le paure stanno tutte nella nostra testa e questo dovrei averlo imparato. Ma non basta mai.

Viaggiare in Catalunya in bici: il nostro Camp Spot
Il nostro camp spot

Giorno 2 | Tuixent – Ripoll| 80km – 1.165 m di dislivello

Ci svegliamo quando il cielo inizia a schiarirsi. Non ci sono mucche attorno a noi, l’erba è bagnata dalla rugiada e fa ancora freddo. Facciamo una colazione rapida e leviamo le tende.

Non sono assolutamente una “morning person”, ma il bello della bici è che, senza troppe difficoltà, riesce a farmi cambiare abitudini: così posso apprezzare l’alba, il silenzio, la nebbia che avvolge il paesaggio.

Viaggiare in Catalunya in bici: la partenza con le luci dell'Alba
Il risveglio

Pedaliamo alla ricerca del prossimo paese; Albiol mi dice che gli piace un sacco al mattino fermarsi nei baretti per un caffé: è un’ottima opportunità per parlare con la gente de posto e io non vedo l’ora di visitare uno di questi piccoli borghi.

Ci fermiamo a Josa de Cadí, un borgo di una ventina di abitanti: café tallat e pan con tomate e siamo pronti a ripartire, ci aspetta già una salita.

Siamo nel cuore del Parco Naturale di Serres de Cadí-Moixeró, il parco naturale più grande della Catalunya. Pedaliamo costeggiando l’imponente Serra del Cadí con le sue pareti rocciose quasi verticali.

Il prossimo passo è il Coll de Josa, una decina di km senza troppe pretese, a parte un tratto al 9%.

Il sole splende su un cielo azzurrissimo e il paesaggio è meraviglioso, selvaggio: la bici, oltre a rendermi una “morning person” ha la capacità di farmi sentire sempre al posto giusto, dove vorrei essere.

“Guarda, il Pedraforca!”

Ignoravo la sua esistenza, invece è una montagna davvero iconica: la sua forma rara, insieme al fatto che non è visibilmente collegata ad altre montagne o creste adiacenti, ne ha fatto una delle montagne più famose ed emblematiche della Catalunya. Albiol mi dice che qualsiasi catalano almeno una volta nella vita ha trascorso le sue vacanze qui.

Noi ci stiamo girando attorno, e dobbiamo attendere per vedere il suo versante più famoso: due creste parallele che si innalzano e si uniscono tramite una gola, la “enforcadura”. La più alta è Es Pollegó Superior (2.507 metri) e la più bassa Pollegó Inferior (2.445 metri).

Prima di arrivarci, senza quasi accorgercene ci troviamo in cima al Coll de la Trapa; la strada inizia a essere più trafficata, segnale del fatto che ci troviamo in una zona piuttosto turistica.

Albiol mi chiama e mi dice di guardarmi indietro; davanti ai miei occhi il Pedraforca: è davvero maestoso! Ci fermiamo a guardare il paesaggio e mi racconta di quella volta che lui e suo cugino sono arrivati fino su a quelle cime.

Viaggiare in Catalunya in bici: il Pedraforca, montagna iconica della Catalunya
Il Pedraforca e le sue due cime

Bene, adesso sento davvero di aver visto tutto: ho gli occhi pieni di paesaggi magnifici e anche se il nostro giro dovesse terminare in quell’istante, mi sentirei felice.

In realtà ci mancano ancora una quarantina di km per raggiungere la stazione e ancora un piccolo passo da scalare: il Coll de Merolla. Si tratta di pochi km, circa 8, che salgono senza troppe pretese, fra rocce e boschi.

Quando sto per arrivare alla fine di un viaggio, seppur breve, vorrei rallentare e rimandare l’arrivo. In bici sembra sempre di aver vissuto più vite, ma prima o poi bisogna tornare. E così inesorabilmente, le nostre gambe ci conducono a Ripoll. Da qui altre due ore di treno e saremo di nuovo in città.

Viaggiare in Catalunya in bici mi ha letteralmente incantato e ho già in mente altre montagne da scoprire.

Viaggiare in Catalunya in bici: l'arrivo a Ripoll
L’arrivo a Ripoll

Guarda la gallery e le tracce del percorso!

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