
Norvegia In Bici: 10 Giorni Di Bikepacking Indimenticabili (2/2)
Norvegia in bici | Giorno 6 – Da Aurlandsvangen a Borgund | 72 km – 1.740 m di dislivello (Komoot)
Continuo il viaggio con Andrea e Mijol. Ci aspetta una lunga salita, apparentemente la più impegnativa del viaggio. Non si può evitare in alcun modo dato che l’unica alternativa è un tunnel vietato alle bici. Per fortuna la strada è asfaltata, e la prima parte si affaccia sul fiordo. Mi ricorda i panorami dei miei amati laghi lombardi: l’orizzonte che si perde tra montagne a picco sull’acqua.

La pendenza si fa sentire fin da subito. Pedaliamo lentamente, fermandoci ogni tanto per qualche foto. Poi, poco a poco perdiamo di vista il fiordo ed entriamo in un paesaggio più montano, che invece mi ricorda alcune cime aspre della Catalunya. Un amico mi aveva detto che questa salita sarebbe stata dura, ma aveva anche aggiunto che la parte più bella sarebbe venuta dopo.
Ed in effetti, man mano che ci avviciniamo alla cima, inizio a capire perché. Su queste cime rocciose iniziano a intravedersi dei laghi. Approfittiamo del sole e della bella giornata per una lunga pausa e per mangiare qualcosa. Incontriamo un altro cicloviaggiatore, chiacchieriamo un po’ con lui — sta pedalando verso nord — e poi ripartiamo.
Si apre davanti a noi un altipiano con viste mozzafiato. Un continuo saliscendi su una strada asfaltata che si snoda tra laghi, cime e ghiacciai. È incredibile, la Norvegia non smette mai di stupirmi. Riempiamo le borracce con l’acqua fresca di una cascata.




Quasi mi dispiace che inizi la discesa 🙂 significa lasciare questi paesaggi.
Arriviamo al primo paese. Sono ormai a metà viaggio e devo accelerare se voglio arrivare a Oslo in tempo per il mio volo di rientro. Così, mentre Andrea e Mijol si fermano in un campeggio, io decido di proseguire.
Che strano, prima di incontrarli mi sentivo sola, e dopo due giorni insieme, sento di nuovo bisogno della mia solitudine: andare al mio ritmo, fermarmi quando lo desidero, restare in silenzio, ascoltare le mie sensazioni. Eppure appena ci salutiamo, avverto di nuovo un piccolo vuoto. Come se la felicitá non potesse stare o potesse esserci in entrambe le opzioni. Allora provo a riportare alla mente i motivi per i quali scelgo a volte di viaggiare da sola. E proseguo.
E riemerge anche il pensiero ricorrente: dove mi fermerò a dormire? Guardo la mappa in cerca di un possibile punto per campeggiare. Cerco con lo sguardo, ma niente mi convince: troppo rumoroso, troppo inclinato, troppo irregolare, troppo vicino alla strada. Controllo l’app Park4Night e vedo che ci sono alcune aree picnic lungo il percorso, cosí quando trovo il primo, decido di fermarmi.
Prima di mettere la tenda cerco sempre di capire come mi sento, che sensazioni avverto, nel frattempo preparo la cena. Ci sono altri camper e van. Di certo non è un luogo spettacolare, mi sembra un’area tranquilla. Monto la tenda, e chiudo un altro giorno.
Norvegia in bici | Giorno 7 – Da Burgond a Ullsåk | 72 km – 1.100 m di dislivello (Komoot)
Negli stessi giorni in cui mi trovo in Norvegia si sta svolgendo anche MotherNorth, l’ultracycling che mi ha dato ispirazione per disegnare la traccia di questo viaggio. La organizza Bruno, un amico Italiano e conosco alcuni dei partecipanti. Guido, un ragazzo di Milano, e poi Pierfrancesco, un ragazzo che incrociato in uno dei miei viaggi in bici sulle Alpi. Nonostante avessimo trascorso una notte nello stesso campeggio, era come se ci conoscessimo da sempre. E poi la mitica Tatiana, che avevo conosciuto durante il Komoot Women Rally in Badlands.
Passo da uno dei check point, una chiesa cosiddetta stavkirker, costruita con un legno scurissimo e una struttura affascinante. Ha un che mi mistico.

Inizio poi la grande salita della giornata. Il paesaggio, in sé, non è particolarmente emozionante, ma l’attesa di rivedere rendere la giornata piú interessante.
La prima persona che incontro è Guido. E’ entusiasta, affascinato da questa terra, ma anche molto stanco. Ci scattiamo una foto a vicenda e continua. Deve ancora percorrere un bel po’ di km!
Incrocio poi Pierfrancesco, sempre allegro e positivo, il tempo di un selfie e di una storia per Instagram. E si prosegue. Mi manca solo Tatiana. Ci scriviamo e ci diamo appuntamento per il giorno successivo. È lei a suggerirmi una deviazione che si rivelerà bellissima: la Milky way (Mjolkevegen).


Proseguo la strada, prima perdendomi in una pista dove mi trovo a dover spingere la bici e faticare fra sali scendi. E poi riprendo la strada asfaltata, dove resto a bocca aperta ammirando dei favolosi tetti verdi.


Decido di trascorrere la notte in campeggio. Con mia grande fortuna, mi offrono una piccola cabin allo stesso prezzo di una piazzola: 15 euro. Mi sento mooolto fortunata.
Norvegia in bici | Giorno 8 – Da Ullsåk a Ryfoss | 63 km – 800 m di dislivello (Komoot)
Decido come da consiglio di Tatiana di modificare il percorso, voglio ancora regalarmi un altro highlight prima di tornare a Oslo. Cosi faccio una piccola deviazione per percorrere almeno una parte della Milky Way.
I paesaggi sono promettenti!

Io e Tatiana ci incontriamo giusto in un single track, nel bosco. Incredibile ci eravamo conosciute pochi mesi prima in Andalusia, cosí al sud, e adesso ci ritroviamo al nord 🙂 E’ anche con lei la sensazione è quella di non essersi mai perse di vista.
Dopo il nostro incontro mi aspettano altri km di single track abbastanza dissestati, devo spingere la bici e a volte i piedi sprofondano nel fango. Come al solito cerco di controllare la mia ansia di luoghi isolati. Raggiungo poi una pista piú grande che mi conduce al paese. Mi fermo a un supermercato per comprare qualcosa ed inizia a piovere. Approfitto della solita area coi tavoli per stare al caldo e mangiare, controllare il percorso e disegnare un po. Che siano lodate queste relax area!!!


Norvegia in bici | Giorno 9 – The Milky Way | Da Ryfoss a Leira | 78 km – 1300 m di dislivello (Komoot)
E’ arrivato il momento di percorrere la Milky Way, l’ultimo highlight di questo viaggio. Il meteo non è dei migliori: fa freddo, è completamente nuvoloso e la salita che mi aspetta sembra abbastanza tosta. Come mi ripeto ogni volta: scomponi quello che ti preoccupa in piccoli pezzi. E ricorda: puoi sempre tornare indietro!
Cosí inizio a pedalare fino ad arrivare a un centro informazioni. E’ li che inizia la salita verso la Mjolkevegen. Mi fermo un attimo per riposare e proseguo. Del resto le salite sono ció che mi appassionano di piú. E’ li che pedalata dopo pedalata ritrovo il mio equilibrio. E che riesco a mantenere temperatura!
Manca poco alla cima e inizio ad avvertire il vento e il freddo. Mi fermo per coprirmi e mettere i guanti. E all’improvviso vedo un gruppo di renne. Stanno correndo in gruppo, sembra una famiglia. Attraversano la strada davanti a me e io resto a bocca aperta. E’ come essere in documentario di National Geographic! Il freddo, la stanchezza, le paure, scompaiono. Ringrazio ancora la Norvegia per lo spettacolo che mi sta regalando.


Riprendo a pedalare, e finalmente arrivo in cima e si apre davanti ai miei occhi un paesaggio mozzafiato, cime rocciose, innevate, avvolte dalle nuvole, che appaiono e scompaiono, una vallata che si chiude con un lago. Incontro una coppia di amiche probabilmente sui sessantanni, sono Norvegesi e stanno viaggiando con delle E-Bike. Mi vorrei immaginare cosí nel futuro 🙂 Chiacchieriamo, chiedo da dove arrivano e cosa mi aspetta dall’altra parte e chiedo loro di scattarmi una foto. Inizio la discesa ed è cosi bella che vorrei non finisse mai.
E’ estate, ma dai colori, sembra quasi un principio di autunno. Il tempo di fare qualche foto e a malincuore devo lasciare questo paesaggio. Fa freddo, e molto nuvoloso ed è di nuovo prevista pioggia.
Cerco un campeggio per passare la notte, preferibilmente all’asciutto. Devo ricaricarmi per l’ultimo giorno di viaggio!

Norvegia in bici | Giorno 10 – Da Leira a lago di Buvatnet | 57 km – 990 m di dislivello (Komoot)
E’ l’ultimo giorno di viaggio, l’ultima tappa, il meteo promette bene e voglio chiudere in bellezza. Mi dico che non posso lasciare la Norvegia senza prima trascorrere una vera e propria notte di wild camping. Voglio trovare un posto speciale, che sia sulla strada del ritorno e dove possa anche sentirmi al sicuro. Fra varie app di ricerca di camp spot, ne trovo uno, e costruisco cosí il mio percorso di modo da raggiungerlo, e per poi essere abbastanza vicino a una linea del treno il giorno successivo, per poter raggiungere Oslo. Non ho idea di come sarà, ma voglio essere pronta. Faccio la spesa per la cena, e inizio a pedalare. La strada non è degna di particolari highlight, non sapevo ancora peró che quello sarebbe stato il posto piú bello in cui abbia mai fatto campeggio libero.
Entro in questa pista sterrata, fra vari sali scendi fino ad arrivare un grande lago. Faccio una pausa, per valutare la zona, ma decido di proseguire, non sono convinta.
Si apre un altro lago, e provo a vedere se c’è qualche sentiero per avvicinarmi alla riva e dove possa mettere la tenda. E lo trovo. Un piccolo spazio, con delle barche capovolte, uno specchio d’acqua calmissimo, solo io e la natura. E questo, è il mio camp spot. Il cielo inizia a colorarsi di rosa. I tramonti in Norvegia sono lunghissimi. Ed è lo spettacolo piú bello che si sia mai presentato ai miei occhi. Questo cielo rosa che si riflette sull’acqua, solo per me. Vorrei che non finisse mai. Prendo il mio sketchbook e inizio a dipingere. Preparo la cena.. e quasi non vorrei andare letto. Vorrei che questo momento non finisse mai.


Norvegia in bici | Giorno 11 – Dal lago di Buvatnet a Nesbyen | 18,9 km – 110 m di dislivello (Komoot)
Mi sveglio, di nuovo davanti a questo lago. E’ cosi bello che non vorrei andarmene. Ma ho giá il volo di ritorno, e non ho tempo per percorrere altri km. Prenderó un treno per Oslo, dove mi aspetta il mio host di Warmshower, e due giorni per riposare, impacchettare la bici e scoprire questa cittá.
E’ praticamente quasi tutta discesa, quindi faccio presto a prendere ad arrivare alla stazione. Non so bene come funzionano i treni, quindi chiedo a delle persone, scarico una app, e mi rendo conto che il treno è pieno! decido di aspettarlo comunque. E sono fortunata, perchè quando il treno arriva, il controllore mi dice che c’è un posto libero per me. Pago il biglietto a bordo, parcheggio la bici, e vado a sedermi accanto a una ragazza Olandese, che scopro si sarebbe a breve trasferita a Barcellona. Che coincidenza!
Il treno di un paio d’ore mi conduce a Oslo. La fine reale del mio viaggio. Si dice che chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita. Sono passate meno di due settimane percorrendo parte della Norvegia in bici, ma sembra sia passato molto piú tempo. Sará per quel mix di emozioni, paesaggi, misti a sole e pioggia, fatica e stupore, lacrime e bellezza, che mi accompagnavano ad ogni pedalata.
Mi sento stanca, ma allo stesso tempo piú forte e felice. C’è l’ho fatta, ho coronato un altro dei miei piccoli sogni. Ho pedalato in quello che ho definito: un piccolo paradiso. Scendo dal treno ed entro nella stazione di Oslo avvolta in un fiume di gente. Un ragazzo mi ferma e mi dice: “Da dove arrivi?” mi dice che lui ha pedalato fino a Barcellona e che a breve si sarebbe trasferito li. Eh si, il mondo è davvero piccolo, e è magico come la bici riesca a connetterci agli altri in questo modo cosí naturale. Sorrido, esco e mi lascio avvolgere dalla cittá.
Senza che me rendessi conto, stava iniziando un altro capitolo della mia vita.
Per maggiori guarda la raccolta di Komoot

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